GIOVANNA D’ARCO – LA RIVOLTA

Hermit Crab presenta
pupilunari
30 Nov 2016
ZOOM FESTIVAL 2016
XI edizione
ALGORITMI
numeri di teatro recente
di Carolyn Gage
traduzione Edy Quaggio
con Valentina Valsania
scene Francesco Ghisu
costumi Ilaria Capanna
musiche Arturo Annecchino
light designer Diego Labonia
video e post produzione Michele Bevilacqua
assistente alla regia Giulia Cosentino
regia Luchino Giordana e Ester Tatangelo
produzione Hermit Crab
foto di scena Angelo Maggio
Orari 20.45
Lo spettacolo ha una durata di 76 minuti.
Prezzi Intero 8€

Ridotto 6€
Under 26, over 60, abbonati Teatro della Toscana, soci UniCoop Firenze

Ridotto 5€
Residenti Comune di Scandicci, possessori di ICard e eduCard, dipendenti Comune di Scandicci

2 spettacoli la sera stessa 10€
Quando:
30/11/2016 - 20:45–21:45
2016-11-30T20:45:00+01:00
2016-11-30T21:45:00+01:00

Rappresentato per la prima volta in Italia, Giovanna d’Arco – La rivolta di Carolyn Gage immagina la Pulzella d’Orleans raccontarci in prima persona la sua infanzia, l’adolescenza, le sue esperienze con i più alti livelli della Chiesa, dello Stato e delle armate militari. Con Valentina Valsania, regia di Luchino Giordana e Ester Tatangelo.

Vincitore del Lambda Literary Award in Drama, Giovanna d’Arco – La rivolta è il testo d’esordio di Carolyn Gage, drammaturga, performer, regista e attivista.

Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un esercito a diciassette anni. A diciotto è stata l’artefice dell’incoronazione di un re. A diciannove si è scagliata contro la Chiesa Cattolica e ha perso. In Giovanna d’Arco – La rivolta Giovanna è anoressica. Un’adolescente in fuga da un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre, che già aveva segnato la madre e la sorella. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione.

Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili. Trasformare la vergogna in orgoglio, il dubbio in convinzione militante, e l’odio in un’esplosione di rabbia contro un sistema determinato a mettere le donne l’una contro l’altra, ma soprattutto contro se stesse.