30 Mar 2017 - 2 Apr 2017
Michele Cipriani,
Silvia Pasello,
Francesco Puleo,
Michele Santeramo,
Tazio Torrini
di Michele Santeramo
regia, scene e costumi Roberto Bacci
assistente alla regia Silvia Tufano
luci Valeria Foti, Stefano Franzoni
musiche Ares Tavolazzi
allestimento Sergio Zagaglia, Leonardo Bonechi
immagine Cristina Gardumi
foto di scena Guido Mencari
produzione Fondazione Teatro della Toscana
sede dello spettacolo Teatro Studio 'Mila Pieralli' | Via G. Donizetti 58 - Scandicci
Orari 21.00, domenica ore 16.45
Lo spettacolo ha una durata di un'ora e 10 minuti circa, atto unico.
Prezzi Intero
14€

Ridotto | over 60, under26, soci Unicoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana, possessori di Teatro della ToscanaCard
12€

Ridotto | residenti comune di Scandicci, possessori di ICard e EduCard
10€
Quando:
30/03/2017 - 21:00–22:00
2017-03-30T21:00:00+02:00
2017-03-30T22:00:00+02:00

In un tempo che richiede presenza, prestanza, efficienza, ritmo, lavoro, programmazione, Michele Santeramo racconta uno che non fa niente. Con metodo, applicazione, pazienza, determinazione.

Il nuovo lavoro con la regia di Roberto Bacci si concentra su quella felicità che cerchiamo altrove, e questo altrove non esiste fino a quando non lo guardiamo. E se esiste, quando lo guardiamo, esiste solo nei nostri occhi, nella nostra percezione. Cosa, ogni giorno, non dobbiamo fare, per stare bene? In scena Michele Cipriani, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Michele Santeramo, Tazio Torrini.

Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.

Nota dell’autore

Il Nullafacente ha una Moglie malata, per fortuna di un male incurabile. Per fortuna, già, perché essendo incurabile, non bisogna nemmeno far nulla per provare a guarirlo. Sarebbero felici, nonostante tutto, se solo li lasciassero in pace.

Ma purtroppo, intorno a loro due, c’è il mondo che si muove, con la sua morale, la sua etica, le sue regole. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, sono a diverso titolo rappresentanti di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori, dal quale in realtà sta fuori. E piano, lentamente, con i mezzi di cui dispongono, poveri, i tre riescono a far cambiare le cose. In meglio o in peggio non si sa: questo dipende da come si guarda il mondo.

C’è una sola partita che val la pena giocare: quella con la morte. Ineluttabile, certo, inguaribile, per carità, ma il Nullafacente ha capito che disporre del proprio tempo è l’unica maniera per provare a giocare quella partita: disporre di ogni minuto, ogni secondo, senza che nulla inquini lo scorrere, sempre più lento, del tempo, il godere, sempre più profondo, dei momenti. Questa è la partita da giocare. L’unica, per il Nullafacente. La sua teoria è diventata pratica, e se solo non fosse una persona, questo Nullafacente, e se solo sua Moglie non fosse una persona, con tutte le loro debolezze umane, le loro tenerezze, i loro desideri, magari riuscirebbero nel compito estremo di essere felici.

Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi, ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene. Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto correggermi e mi ha detto: caro mio – siamo ormai in confidenza –, tu sbagli domanda; quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene? 

Michele Santeramo