ANTEPRIMA
Interno/esterno è stato sviluppato con i giovani attori diplomati della Corso per attori ‘Orazio Costa’ del Teatro della Pergola.
Prima di ogni altra cosa, è un lavoro su di loro.
La piece è una composizione ibrida di immagine visiva, azione gestuale e testo. Crea un mondo sfuggente che fa un ritratto dei pensieri prospettici di una giovane generazione di artisti. Si avvicina all’esperienza personale di attori che si diplomano durante un lockdown dovuto a una pandemia, deprivati dei rapporti più elementari con il mondo, in un momento e in un’età in cui è tremendamente necessario vivere esperienze educative, professionali e di vita concrete. Come si costruisce il proprio percorso e come si cresce comunque?
Abbiamo cercato di affrontare onestamente, con la paura e un sorriso allo stesso tempo, il periodo che abbiamo vissuto. Nell’improvvisare, ci siamo avvicinati a questioni di identità personale e di gruppo, sogni, fallimenti, speranza, posto nella società, sacrificio, felicità.
Centrale nell’opera diventa il dramma breve Interno di Maeterlinck, ponte poetico con le possibili tragedie che i giovani possono vivere, ma anche con i misteri che sono al centro della vita e del teatro, come il non detto, il non conosciuto, lo spazio tra le parole, lo spazio tra un’azione e la sua conseguenza, le questioni universali dello spazio e del tempo. Mettendo in scena uno spettacolo all’interno dello spettacolo, abbiamo testato la distanza che separa gli artisti dalle loro paure e dai loro sogni.
Il mondo di Maeterlinck, fatto di finestre e porte che conducono all’ignoto, oscurità e raggi di luce, vuoto dello spazio e tempo sospeso, dove gli esseri umani affrontano il loro destino e le loro fantasie, è servito come una cornice misteriosa per esplorare i pensieri interiori degli artisti. Le loro parole personali e le loro improvvisazioni sono singolari scorci dello stato d’animo e dei sogni di un giovane che vive in una società in rapida evoluzione e giunge al termine dei propri studi nel bel mezzo di una pandemia. Ma al di là dell’aspetto documentario, creiamo un mondo onirico dove esprimere i propri pensieri può diventare un qualcosa più grande di loro stessi, oltre la realtà, in una relazione frontale e semplice con il pubblico.
La piece ha iniziato ad emergere naturalmente mentre erano impegnati con i loro studi. È cresciuta durante e nonostante i lockdown, il coprifuoco e le restrizioni ai viaggi. Ha trasformato il materiale via via migliorato in questioni, momenti e scorci di vita. Dopo il diploma hanno mostrato sete di sentire, pensare, lavorare sulla loro arte, immaginare e sfidare il destino. Adesso stiamo per affrontare un pubblico, e non sto certo costruendo uno spettacolo con degli studenti. Sto lavorando sul confine fantasmatico tra realtà e finzione, al crocevia tra teatro, danza e performance art, con e su una generazione più giovane di artisti, nella complessità del loro essere.
Charles Chemin