L’opera nascosta
“Le storie, raccontandole, da vere diventano inventate e da inventate, vere.”
Dopo La prossima stagione e Il Nullafacente Michele Santeramo debutta con il suo nuovo testo, Leonardo Da Vinci.
Si descrive un mondo inventato, una distorsione della realtà, alla ricerca di un’altra verità possibile. “Come i sogni, che non esistono, ma che una volta sognati, eccoli lì palpitanti, a farci sudare e spaventare, ridere, emozionare. Seppure mai accaduti, eccoli attaccarsi al corpo come una qualunque cosa veramente successa.”
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
Trama
“Questa storia è tutta inventata. Leonardo Da Vinci ne è il protagonista perché è uno dei pochi personaggi che, per tutta la sua sapienza e il suo ingegno e il suo genio, può risolvere, o almeno provarci, il più grande caso irrisolto che riguarda l’essere umano nella sua sfera artistica, scientifica, vitale: il passaggio dalla vita alla morte.
È l’unico al mondo a poterci riuscire.
Gli viene in mente di provarci in un pomeriggio di primavera, mentre guarda una battaglia nella quale un esercito usa le armi che lui ha inventato; gli viene in mente che dopotutto, a questa morte forse ci siamo soltanto rassegnati, e che quindi la accettiamo senza protestare. Le sue opere diventano un percorso di studio, il tempo nel quale vive diventa il contesto nel quale far attecchire i suoi studi e la sua curiosità, per inventare un’altra realtà, che si specchi nell’arte e da quella prenda nuova coscienza.
Ovviamente, nessuno degli episodi che qui si raccontano sono accaduti veramente. Troppo spesso scambiamo le storie vere con quelle credibili; anzi, la credibilità delle storie è spesso legata al fatto che siano accadute veramente.
Ma se così fosse, se bastasse che un fatto sia accaduto per descrivere la realtà, allora la realtà sarebbe immutabile, non sarebbe mai messa in discussione, e le cose sarebbero semplicemente quello che sono. Non ci sarebbe scoperta, né invenzione, né arte, se non si potesse tradire la realtà inventandone una plausibile.
Preferisco pensare che “le storie, raccontandole, da vere diventano inventate e da inventate, vere”.
Come i sogni, che non esistono nella realtà ma che una volta sognati, eccoli lì palpitanti, a farti sudare e spaventare e ridere.”
Michele Santeramo