senza infamia e senza gloria
Sêmi è un thriller teatrale vestito da farsa grottesca. Un giallo surreale sulla necessità dell’individuazione del male, del nemico, sul germe della follia, sull’atto dimostrativo, sulla giustificazione della violenza, sul valore dei valori. Sono previste delle tappe di confronto con il pubblico e dei momenti di incontro e condivisione (scuole, artisti, operatori) nel corso di tutto il progetto.
Tempo imprecisato, luogo precisissimo: Norvegia, Isole Svalbard, all’interno del presidio militare del “Global Seeld Vault”, un bunker contenente la scorta mondiale di semi del pianeta. Un’immane Arca di Noè costruita dal Governo Norvegese con il compito di scongiurare la perdita dell’intero repertorio vegetale in caso di catastrofi naturali, attacchi e atti ostili di ogni tipo. Il presidio viene ciclicamente affidato ai corpi armati della Nato.
L’azione scenica si svolge durante l’ultimo giorno di presidio della delegazione italiana, guidata dal Sergente Mario Zoppei, con al seguito i soldati scelti Giorgio Morello e Fausto Rossi. Prime luci dell’alba, fuori dalla base infuriano folate di vento e grossi fiocchi di neve, due presenze si avvicinano furtive, lasciando profonde impronte nella neve. Nascondono armi sotto gli abiti e volti determinati dietro i passamontagna. Sono due donne, pronte ad un gesto estremo, folle quanto visionario: attaccare la “banca” più “ecologica” del pianeta.
Stivalaccio Teatro decide con Sêmi di raccontare un futuro prossimo, estremo e tragicomico. Il lavoro è il delirante tentativo di capire l’incapibile necessità della furia perpetrata in nome di qualcosa che sembra sempre valere più della vita dell’altro. Sêmi, però, è anche un gioco di parole. Siamo in grado di essere sementi di un’umanità che potrebbe ancora fiorire e dare nuovo frutto? O siamo soltanto bestie dimenticate nel cortile dell’orrore, pronte a sbranare il prossimo per l’osso di pollo? In una parola (badate bene, non Veneti, che cambia l’accento): siamo sèmi?
IN RESIDENZA AL TEATRO STUDIO: 7 / 13 gennaio – 13 / 16 maggio 2019
BIOGRAFIA
Stivalaccio Teatro nasce nel 2007 come compagnia di teatro popolare, dall’incontro tra Michele Mori e Marco Zoppello. Nello stesso anno realizzano lo spettacolo Amori, medici e ciarlatani, esordio della compagnia, ripreso nel 2012 con un nuovo cast e una nuova messa in scena (rappresentato al carnevale di Venezia nel 2013 e in Bosnia Erzegovina). Nello stesso periodo mettono in scena Aspettando Palladio, Il furbo e lo sciocco e Pierino in fabula, prima produzione di teatro ragazzi.
Nel 2013 si uniscono Sara Allevi e Anna De Franceschi. I quattro attori condividono una stessa formazione di teatro fisico-gestuale basata sulle tecniche della Commedia dell’arte, la danza, il nuovo mimo e il nuovo clown, ma soprattutto hanno una visione comune: la ricerca di un teatro che possa parlare a tutti. Stivalaccio Teatro ricerca uno spazio dove il teatro diventi sinonimo di comunità. Credono nello stupore, nell’artigianato, negli oggetti che si trasformano e nella parola che diventa corpo. Un teatro popolare e popolato di persone, idee, luci e storie da raccontare.
La Compagnia svolge la sua attività professionale dedicandosi a quattro ambiti diversi, ma correlati: prosa, teatro ragazzi, formazione e organizzazione di rassegne. Nel corso degli anni hanno realizzato anche uno spettacolo di arte di strada: La famiglia Trombetta, riconoscendo in quest’arte e nella clownerie, in generale, un ramo parallelo del proprio percorso.